giovedì 3 luglio 2008

Il decreto sicurezza indebolisce i sindaci

Il decreto sulla sicurezza del governo di destra, oltre a riproporre la peggiore stagione delle leggi a favore di Berlusconi e a violare la Costituzione, è del tutto inefficace e renderà il Paese più insicuro.E’ bene chiarire subito che il provvedimento, insieme alle prime misure economiche del ministro Tremonti e al disegno di legge sulle intercettazioni telefoniche, causa tre effetti disastrosi. La sospensione dei processi penali per i reati commessi fino al 30 giugno 2002 paralizzerà il sistema giudiziario e più di 100 mila processi saranno sospesi; la limitazione delle intercettazioni priverà i magistrati di strumenti fondamentali per le indagini; la riduzione di risorse per le forze dell’ordine indebolirà l’azione di prevenzione e contrasto della criminalità. Per queste ragioni le norme all’esame della Camera dei deputati produrranno danni seri al sistema giudiziario e alla sicurezza. Qui emerge la distanza abissale tra la propaganda della destra e le decisioni concrete. Tutte le promesse, le chiacchiere, i proclami urlati, come, ad esempio, l’inutile farsa razzista delle impronte digitali ai bambini dei campi nomadi, sono pretesti per spostare l’attenzione dell’opinione pubblica dalla realtà di un governo che, dopo avere preso i voti, adesso pensa solo ai fatti propri. La destra affronta i temi della sicurezza con la strategia della demagogia: alimenta le paure dei cittadini, ne asseconda le ansie e le preoccupazioni, soffia sul fuoco del razzismo e della xenofobia. Basta pensare alla decisione di mandare 3.000 militari nelle 10 principali città italiane per 6 mesi: si tratta di una spudorata presa in giro. Infatti, l’invio dei soldati sarà vanificato dalla contestuale riduzione di 6.600 agenti di polizia nei prossimi 4 anni. In sostanza, prima si grida all’emergenza e si ricorre all’esercito per la sicurezza interna, poi si diminuiscono i poliziotti. Si parla di aumentare i poteri e le competenze dei sindaci, ma il decreto delega quasi tutte le funzioni ai prefetti, cioè al ministero dell’Interno. Oggi al sindaco sono attribuite funzioni di competenza statale, tra cui la possibilità di adottare provvedimenti per prevenire ed eliminare gravi pericoli per l’incolumità pubblica. In molte città, come a Padova, i sindaci hanno utilizzato queste funzioni per migliorare la sicurezza e riqualificare delle aree degradate. Ora il decreto del governo Berlusconi riduce le possibilità di intervento dei Comuni. Infatti, il testo firmato dal leghista ministro dell’Interno introduce una novità che limita i poteri dei primi cittadini: il sindaco deve informare il prefetto prima di adottare qualsiasi provvedimento. E’ questo il federalismo della Lega Nord? Il governo mostra il suo volto feroce per attirare i consensi, ma, in realtà, con la sospensione dei processi, blocca la giustizia e non persegue il crimine. In questo modo si produce un disastro sul piano culturale; la certezza della pena e il principio di legalità scompaiono. Faccio l’esempio di un effetto devastante che il decreto produrrà rispetto a un reato molto diffuso, soprattutto fra i giovani, che causa diversi morti, feriti e invalidi ogni anno: guidare ubriachi o drogati. Il decreto inasprisce le pene per chi guida in stato di ubriachezza o sotto l’effetto di droghe, ma, contemporaneamente, tutti i processi in corso per questi reati verranno sospesi e, con molta probabilità, andranno in prescrizione. Così si vanificano anni di campagne educative per contrastare il consumo di sostanze alcoliche e stupefacenti. E la stessa dinamica vale per le rapine, le violenze, gli scippi, gli stupri, le truffe. Ecco il vero volto del governo della destra: sicurezza a parole, favori ai criminali nei fatti.
Alessandro Naccarato, Deputato PD

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