sabato 27 settembre 2008

Cerimonia in onore degli internati militari (27/09/08)

Volevo ricordare che oggi presso il tempio dell'Internato Ignoto (zona Terranegra-Forcellini) a Padova, si è tenuta una cerimonia di commemorazione in onore degli "internati militari" della Seconda Guerra Mondiale. La celebrazione è stata organizzata dall'ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) e si è tenuta alla presenza di autorità militari, civili e istituzionali (fra gli altri, il Sindaco Flavio Zanonato, l'On. Naccarato, il portavoce del Rettore dell'Università di Padova).
La"categoria" degli "internati militari" nei lager nazisti purtroppo non è molto conosciuta e spesso è caduta nel dimenticatoio. Queste persone, fra le quali tantissimi giovani, sono state fatte prigioniere dei nazisti perchè dopo l'8 Settembre decisero di non entrare nell'esercito della Repubblica di Salò, ma di reagire, rischiare la vita ribellandosi al regime fascista e combattere per la liberazione della propria Patria. Erano tantissimi giovani come noi che hanno dato le loro vite in nome di ideali che ancora oggi, dopo sessant'anni, stentano ad affermarsi. Per questo credo che sia dovere di noi giovani darci una mossa e impegnarci per affermare e trasmettere ai nostri coetanei i principi in cui crediamo e su cui si fonda la Costituzione Italiana.
Ho avuto la possibilità di intervenire alla cerimonia in veste di Senatrice accademica e di portare la voce di noi studenti, per far sentire la nostra fondamentale presenza anche su questo tema. Di seguito riporto il mio breve intervento.
"Buongiorno a tutti, sono onorata di poter essere presente ad una simile ricorrenza, soprattutto in veste del mio ruolo di rappresentante degli studenti dell’Università di Padova, dei quali vi porto un caloroso saluto. Ringrazio dell’invito e sottolineo l’importanza di questo gesto perché credo che in occasioni come queste sia fondamentale la partecipazione dei giovani, studenti e non.
Difatti noi delle giovani generazioni non abbiamo vissuto quel triste periodo che ha segnato l’Italia fascista e la Seconda Guerra Mondiale. Non abbiamo lottato nella guerra partigiana per la liberazione del nostro paese e per l’affermazione della democrazia, ma credo che sia prima di tutto nostro il dovere di ricordare, di tenere viva la memoria di quella lotta e delle tante persone che hanno dato la vita credendo nei propri ideali e che ci hanno lasciato in eredità un paese veramente libero e democratico.
Il dovere di ricordare, soprattutto vittime che purtroppo sono state quasi dimenticate o su cui si è dimostrato un minor interessamento, come gli internati militari, è un monito che sentiamo forte dentro di noi.
Oggi la nostra “lotta” è non violenta, protesa allo studio e all’impegno e prende le forme del dibattito libero, della libera scelta dei propri rappresentanti, della possibilità di poter incidere sulla scelte, di vivere in una Democrazia compiuta. Ogni luogo di vita delle persone, soprattutto delle giovani generazioni, è essenziale per far vivere quegli ideali di libertà e democrazia che ispirarono i partigiani di allora. Sono luoghi le scuole e le università, dove è necessario diffondere una cultura basata sui valori dell’antifascismo e della legalità per prevenire quelle derive di cui purtroppo ancora oggi sentiamo notizia nel nostro paese. Violenze a scuola, svastiche negli stadi, manifestazioni neofasciste e quant’altro.
L’università di Padova già all’epoca si distinse per diverse personalità che non accettarono di subire passivamente il regime, ma sentirono la responsabilità ed il dovere di svegliare le coscienza dei tanti studenti e di spronarli a reagire. Mi riferisco in particolar modo alla figura di Concetto Marchesi che nel suo famoso appello agli studenti riuscì ad infondere loro un impegno ed un coraggio per cui molti di essi misero in gioco la loro vita in un percorso senza cui l’Italia non sarebbe quella che è oggi.
Questa pagina di storia ha lasciato al nostro Ateneo il difficile compito di essere all’altezza del patrimonio che essa rappresenta. Per esserlo l’Università di Padova deve proseguire , nel suo lavoro di formazione di menti libere e nella ricerca di nuove conoscenze, in modo indipendente da qualunque tipo di ingerenza.
E noi studenti ci impegniamo ogni giorno in questo senso, per cercare di diffondere tra i nostri coetanei la cultura dell’antifascismo, del rispetto delle diversità e della tolleranza. Lottare oggi per la Resistenza ha ancora un senso molto forte. Significa lottare contro l’indifferenza e promuovere lo studio ed il diritto allo studio, soprattutto per i ragazzi che vengono da situazioni sociali più disagiate, in nome di quegli ideali che circa sessant’anni fa spinsero tante persone, fra cui moltissimi giovani, a rifiutare di sottostare ad un regime dittatoriale, oppressivo e che ha privato di ogni tipo di libertà il nostro paese."

Chiara Zampieri-senatrice accademica

venerdì 26 settembre 2008

Wake Up!

Dopo un mese di intenso lavoro è nato WAKE UP!, un giornalino a cui si sono dedicati molti giovani del Partito Democratico.
All'interno troverete articoli su scuola, università, lavoro, giustizia, politica estera ed un'intera sezione dedicata alle notizie dei vari territori. Abbiamo, infatti, pensato di dedicare uno spazio ad ogni gruppo della provincia, dando quindi la possibilità di parlare e approfondire temi che riguardassero più strettamente il proprio territorio.
Hanno partecipato i gruppi del conselvano-piovese, della bassa padovana, del cittadellese, di Cadoneghe e di Padova.
Nei prossimi giorni le 10.000 copie di Wake Up! saranno distribuite nelle scuole, nelle aule-studio, nei locali e nelle piazze di tutta la provincia. Speriamo possa essere un ulteriore strumento per poter avvicinare i giovani alla politica e al nostro partito.
Hanno collaborato alla creazione di Wake Up!: Federico Bettin, Carolina Daniele, Laura Frigo, Mirko Iodi, Davide Lazzarin, Alvise Lazzaro, Mattia Martini, Filippo Mormando, Enrico Nania, Giulia Narduolo, Tommaso Pettenuzzo, Alessandra Raimondo, Giovanna R., Mattia Rossin e Chiara Zampieri.

mercoledì 24 settembre 2008

REGOLAMENTO DELLE PRIMARIE DEI GIOVANI DEMOCRATICI - 17 E 18 OTTOBRE

Art. 1 Costituzione dell’organizzazione giovanile del PD
1.L’organizzazione giovanile del PD si costituisce mediante elezioni primarie aperte a tutti i giovani di età compresa tra i 14 e i 29 anni che sottoscrivono l’Appello per l’Organizzazione Giovanile del Partito Democratico, nel proprio territorio di appartenenza.
2.I partecipanti alle primarie, al momento del voto, versano la cifra di 1€ quale contributo all’autofinanziamento per lo svolgimento delle stesse.
3. Le elezioni primarie si terranno su tutto il territorio nazionale, il 17 e 18 ottobre.
4.I seggi rimarranno aperti dalle 10 alle 18 il 17 ottobre e dalle 14 alle 24 il 18 ottobre, fatto salvo per seggi speciali individuati in accordo con il CPR.
Art. 2 Il “Manifesto fondativo”
Il “Manifesto Fondativo” dell’organizzazione giovanile del PD, nello spirito della più ampia partecipazione, viene elaborato dal Tavolo Nazionale entro il 28 di settembre e rappresenta la base per la discussione politica nelle Assemblee Fondative Territoriali.
Art 3 Il Comitato Promotore Nazionale (CPN)
Il Comitato Promotore Nazionale coordina la fase costituente dell’organizzazione giovanile del PD. E’ convocato e presieduto da un dirigente del partito incaricato dal segretario politico.
Il CPN:
• Predispone la bozza di “Manifesto Fondativo”, lo inoltra ai Comitati promotori Regionali e Provinciali e ne cura la pubblicità e la più ampia diffusione fino alle Assemblee Fondative Territoriali.
• Predispone la Bozza di Statuto Nazionale che sarà emendata e approvata dall’Assemblea Costituente Nazionale
• Raccoglie le candidature a Segretario Nazionale ai sensi dell’art 6 comma 1 del regolamento
• Nomina i Comitati Promotori Regionali, composto ognuno da 5 a 15 componenti.
• In base al numero di componenti dell’Assemblea Nazionale stabilito all’art. 10 comma 1 del regolamento assegna ad ogni Provincia, in base ad un riparto Regionale, il numero loro spettante di delegati in ragione, per il 50% in base alla popolazione di ogni regione e per il restane 50% delle percentuali prese dal PD nelle elezioni della Camera dei Deputati in ogni singola regione.
• Decade al momento dell’elezione della presidenza dell’assemblea Nazionale.
Art 4 Il Comitato Promotore Regionale (CPR)
Il Comitato Promotore Regionale coordina lo svolgimento delle elezioni primarie dell’organizzazione in ciascuna regione.
Il CPR:
• Nomina i Comitati Promotori Provinciali composto ognuno tra i 5 e i 15 componenti.
• Nomina il collegio regionale dei garanti composto da 3 componenti.
• Svolge le funzioni di Presidenza dell’Assemblea Costituente Regionale.
• Decade al momento dell’elezione dell’assemblea Nazionale e Regionale.
Art 5 Il Comitato Promotore Provinciale (CPP)
Il Comitato Promotore Provinciale coordina la fase costituente dell’organizzazione in ciascuna provincia.
Il CPP:
• Coordina le primarie nel proprio territorio, garantendone il regolare svolgimento.
• Individua e gestisce l’apertura dei seggi elettorali. Per l’apertura di un seggio il CPP assicura, preventivamente, la presenza di un presidente e di minimo due scrutatori. Il numero dei seggi non potrò essere inferiore alla metà dei delegati assegnati ad ogni provincia.
• Assicura la massima partecipazione alle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente ed il regolare svolgimento delle stesse. Accoglie le dichiarazioni di intenti o gli ordini del giorno presentati, discussi nelle Assemblee Fondative Territoriali o d’Ambiente.
•Istruisce la presentazione degli stessi nelle Assemblee Regionali.
•Decade al momento della convocazione dell’assemblea nazionale.
Art 6 Candidatura a Segretario nazionale
1. La candidatura a Segretario nazionale deve essere presentata al CPN entro il 3 ottobre e deve essere corredata da almeno 600 firme in non meno di 5 regioni e almeno 50 in ognuna di esse raccolte su moduli nazionali scaricabili dal sito del Pd. Ciascun candidato, oltre a sottoscrivere il manifesto dell’organizzazione, è tenuto a presentare un proprio documento politico d’intenti.
2. Il segretario Nazionale è eletto mediante elezioni Primarie aperte a tutti i giovani tra i 14 e i 29 anni lo stesso giorno delle elezioni per i delegati all’Assemblea Nazionale e Regionale.
Art 7 Assemblee fondative, territoriali o di ambiente
1. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle elezioni primarie e per stimolare la più ampia ed approfondita discussione politica sono organizzate Assemblee Fondative di carattere Territoriale o di Ambiente.
2. In tutte le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente devono essere previste sedute di discussione e sul Manifesto Fondativo e sui documenti politici.
3. Le Assemblee Fondative Territoriali o di Ambiente si terranno tra il 4 e il 15 ottobre e saranno promosse dai CPP.
4. I nomi dei partecipanti verranno registrati in un apposito elenco dei partecipanti.
Art 8 Elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale.
1. Tutti i partecipanti alle Elezioni Primarie, previo il pagamento di 1 € e la sottoscrizione dell’Appello acquisiscono il titolo di fondatori dell’organizzazione giovanile del PD.
2. I dati dei partecipanti verranno registrati in un apposito albo degli aderenti.
3. Sarà cura della Presidenza del Seggio e riportare i risultati della discussione delle votazioni al CPP, nonché l’elenco dei partecipanti.
4. I delegati all’Assemblea Nazionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 30 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
5. Nel locale del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.
6. Sarà cura del Presidente del seggio riportare al CPP i risultati delle votazioni.
7. Il CPP, d’intesa con il CPR e seguendo la normativa del CPN, prevede all’interno del territorio provinciale, l’ubicazione dei seggi che concorreranno alla elezione dei delegati all’Assemblea Costituente Nazionale. Per favorire la più diffusa partecipazione possibile alle Primarie tali luoghi dovranno essere luoghi di massima visibilità e presenza giovanile ( piazze, luoghi di studio, ecc…)
Art 9 Elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale
1. Nello stesso giorno e negli stessi luoghi delle elezioni dei delegati all’Assemblea Nazionale avvengono le elezioni dei delegati all’Assemblea Regionale.
2. I delegati all’Assemblea Regionale si eleggono con una lista unica aperta e la preferenza singola di genere. Ogni candidato può presentare la propria candidatura al CPP entro i tre giorni precedenti il giorno delle votazioni presentando un minimo di 15 firme. Ogni persona può firmare a sostegno di una singola candidatura.
3. Nelle vicinanze del seggio devono essere esposte le liste dei candidati e delle candidate a delegato.
Art 10 L’assemblea nazionale
L’assemblea nazionale è composta da 1000 membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà regionali.
• Proclama Segretario Nazionale il candidato che ha ottenuto la maggioranza assoluta dei voti, espressi in maniera libera e segreta.
• Qualora il documento presentato dal candidato non fosse approvato nella modalità suddetta si provvederà all’elezione del Segretario nazionale con voto segreto di tutti i costituenti nazionali.
• Emenda ed approva il Manifesto Fondativo.
• Elegge la direzione nazionale.
• Vota nome e simbolo dell’organizzazione.
• Approva lo statuto ( vedi partito!)
• Definisce il percorso di costruzione dei livelli territoriali.
• Convoca il primo congresso dell’organizzazione giovanile.
• Compie tutti gli adempimenti che l’assemblea stessa riterrà opportuno e svolge tutte le funzioni che gli saranno delegate dallo statuto nazionale.
Art 11 L’Assemblea Regionale
L’assemblea regionale è composta un numero di membri eletti in rappresentanza delle diverse realtà provinciali
• E’ l’organo di coordinamento e direzione politica dell’organizzazione giovanile all’interno del territorio regionale.
Art 12 Partecipazione on line
Il “Manifesto fondativo” sarà pubblicato on line su www.partitodemocratico.it i commenti,le osservazioni, le proposte di emendamento al manifesto raccolte via internet, saranno oggetto di discussione delle assemblee Fondative.
Art 13 Norme transitorie
1. Gli eletti di ciascuna provincia in assemblea regionale e nazionale hanno funzione di coordinamento politico fino a elezione degli organi territoriali;
2. L’ assemblea Regionale viene convocata per la prima volta dal CPR regionale;
3. Per quanto non previsto nel presente Regolamento si fa riferimento allo Statuto del PD e alle ulteriori deliberazioni del CPN che saranno emanate solamente ad integrazione del presente regolamento;
4. L’applicazione del presente regolamento è responsabilità del CPN che si costituirà in Ufficio Tecnico anche suddividendosi in commissioni al fine di garantire il corretto svolgimento del percorso costituente.

venerdì 19 settembre 2008

Emergenza: Ballismo! Studenti per una scuola pubblica, laica e democratica

Comunicato Stampa Rete degli Studenti Veneto


La Rete degli Studenti Veneto aderisce alla campagna nazionale Emergenza: Ballismo! con mobilitazioni in tutte le scuole del Veneto, a partire da venerdì 19 Settembre, con l’affissione di slogan fuori dalle scuole di Venezia, Verona e Padova contro il decreto Gelmini, che mira a bombardare il sistema della scuola pubblica e a travolgere l’impostazione di una scuola democratica.

Il 4 Ottobre saremo presenti a Roma al sit in sotto il Ministero della Pubblica Istruzione per manifestare in nostro dissenso al ministro Gelmini.

Durante tutto l’autunno si svolgeranno in ogni provincia veneta eventi, assemblee d’istituto e manifestazioni pubbliche, organizzate dalla Rete degli Studenti, per discutere questa nuova impostazione della scuola pubblica proposta dal governo Berlusconi, e decidere assieme come combatterla.Dai tagli fiscali al 5 in condotta come mezzo di bocciatura, passando dalla riduzione dell’effettivo obbligo scolastico, vogliamo smontare questa bomba ad orologeria che il nuovo ministro sta ponendo sopra il nostro futuro.
Serena Capodicasa
Coordinatrice regionale Rete degli Studenti Veneto.

giovedì 11 settembre 2008

"My own Land", ovvero Divide et Impera

Il riconoscimento dell'indipendenza di Abkhazia ed Ossezia del Sud, effettuato dalle autorit? Russe, si inserisce in un contesto di rilevanza non solo geopolitica, ma anche giuridica. Infatti l'aspetto giuridico, non sottolineato dai media, n? pubblicamente dai politici, ? lo status dei cd "Stati non riconosciuti". Di fatto, il riconoscimento delle due repubbliche ha, letteralmente,? aperto il "vaso di Pandora". In poco tempo, le cancellerie europee si sono ricordate che hanno, come vicini, sia paesi formalmente riconosciuti, che paesi non riconosciuti, ma che aspirano all'indipendenza (leggasi la dichiarazione del ministro degli esteri Francese Bernard Kouchner, rilasciate mercoled? alla radio Europe 1, in merito alla Moldavia e all'Ucraina). Su questo tema, la Russia sta giocando le proprie carte per riabilitarsi come potenza, dopo gli anni del declino; in specifico giocando sulle questioni: abkhazo-osseta, e sulle repubbliche non riconosciute come la Transnistria (Moldavia), la Crimea (Ucraina) e il Nagorno-Karabakh (Azerbaijan).
Questo prologo mira ad introdurre il tema che voglio proporvi, che ? il principio espresso nel titolo, e che ? adottato dalla Russia nei confronti di alcuni paesi confinanti, vale a dire rientranti nei suoi interessi. Infatti il principio "My own Land", cos? definito da alcuni studiosi di geopolitica, identifica lo Stato, quindi un territorio, con un ethnos, ossia un gruppo omogeneo di individui che condividono le regole del vivere in societ?, i principi religiosi, nonch? le usanze. L'applicazione del principio prevede l'esclusione, dal territorio considerato proprio, delle minoranze, viste come occupanti o, peggio, colonizzatrici. Ci? ? avvenuto in Georgia tra il 1992 e il 1993, quando le due repubbliche separatiste combatterono i Georgiani, e il governo Abkhazo effettu? una vera e propria pulizia etnica contro la minoranza georgiana, che all'epoca rappresentava il 45% della popolazione dell'Abkhazia.
Le genesi del principio, per?, va ricercata pi? in l? nel tempo; cio? durante la Guerra Fredda. Quell'epoca, che ha come limiti temporali i patti di Yalta-Potsdam e la caduta del Muro di Berlino, non fu solo guerra non guerreggiata, ma anche guerra di ideologie. Infatti, da un lato gli USA sostenevano politiche di promozione dei diritti umani e delle libert? individuali; dall'altra l'URSS sosteneva il principio "dell'autodeterminazione dei popoli". Ora, la combinazione dei due principii con la caduta dell'ideologia comunista comport?, non solo la nascita del principio di cui prima dicevo, ma anche la combinazione di esso con l'incapacit?, delle neonate repubbliche, di affermare la sovranit? nel territorio loro riconosciuto. Ci? fu dovuto a debolezza sia dell'apparato statale, che da miopia politica. Infatti i governanti di allora, di fronte alle rivendicazioni indipendentiste, preferirono scatenare guerre, e quindi impoverire ancor pi? la popolazione, anzich? adottare politiche che tendessero assicurare l'unit? nazionale in modo pacifico. In questo scenario di debolezza strutturale, che si protrae ancor oggi, si inserisce la Russia la quale, usando il precedente kosovaro per legittimare la sua condotta, persegue? i suoi fini politici ed economici, applicando la sempre attuale massima "Divide et Impera".
L'Italia non pu?, di fronte a tale situazione, che muoversi cautamente. Infatti il governo dovr? usare termini ed azioni equilibrate per tutelare, non solo i rifornimenti di idrocarburi ed il loro relativo prezzo da eventuali ritorsioni russe contro l'Occidente; ma anche dovr? proteggere gli interessi economici del nostro Paese. Non bisogna dimenticare che in Russia le aziende italiane hanno investito molti capitali; parlo sia delle grandi aziende come delle medio-piccole. In particolar modo quest'ultime, le quali operano in settori che portano prestigio al nostro "Made in Italy", il quale ? caro alla nuova borghesia russa. Perci? il governo non dovr? sostenere posizioni forti, come Francia, Germani e Gran Bretagna (quest'ultima ? considerata, alla pari di Polonia, Svezia e Repubbliche Baltiche, "nemica"), n?, al contempo, ripetere l'errore, commesso nel caso del Kosovo, di riconoscere frettolosamente le due repubbliche separatiste. Infatti l'esecutivo dovrebbe seguire una linea tendenzialmente neutra per evitare scossoni nel breve periodo che potrebbero danneggiare le nostre ottime relazioni con la Russia, oltre che la stagnante economia nazionale.
Da ultimo, la proposta avanzata dal ministro degli esteri Frattini di tenere a Roma, in autunno, una conferenza di pace mi pare sia una buona proposta, in quanto l'Italia ha mantenuto, per tutta la durata del conflitto, posizioni neutre e, quindi, pu? fornire maggiori garanzie di imparzialit? e di buon andamento dei negoziati, rispetto ad altri paesi.
Mirko Iodi

La battaglia per "non dimenticare" deve continuare

«Il fascismo non fu un male assoluto, fu un fenomeno più complesso. Molte persone vi aderirono in buona fede e non mi sento di etichettarle con quella definizione. Il male assoluto sono le leggi razziali volute dal fascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale».
"Farei un torto alla mia coscienza se non ricordassi che altri militari in divisa, come quelli della Nembo dell'esercito della Rsi, soggettivamente, dal loro punto di vista, combatterono credendo nella difesa della patria, opponendosi nei mesi successivi allo sbarco degli anglo-americani e meritando quindi il rispetto, pur nella differenza di posizioni, di tutti coloro che guardano con obiettività alla storia d'Italia".
Due dichiarazioni sconcertanti, la prima comparsa in un'intervista al Corriere del 7 settembre, l'altra pronunciata durante la cerimonia, a Porta San Paolo, per il 65° anniversario della difesa di Roma contro le truppe tedesche, da due esponenti di spicco di AN, ex militanti dell'MSI: Gianni Alemanno e Ignazio La Russa. Parole ancora più gravi, se pensiamo che i sostenitori di queste singolari opinioni sono, rispettivamente, il sindaco della Capitale e il Ministro della Difesa dell'attuale governo.“Il male assoluto sono le leggi razziali”, afferma Alemanno, quando il suo stesso partito non esita a celebrare Giorgio Almirante, ex segretario dell'MSI e firmatario, nel 1938, del Manifesto della razza, con manifesti affissi per le strade di Milano.Nessuno stupore, del resto, di fronte all'ennesimo tentativo di revisionismo storico, se ricordiamo quando, in occasione del Sessantesimo anniversario della Resistenza, esponenti della destra tentarono di equiparare l'operato dei militari i Salò a quello dei Partigiani; o se pensiamo a qualche anno fa, quando Francesco Storace, ex AN, ora 'La Destra', auspicava la censura, nei libri scolastici, di certe fette di storia, guardacaso riguardanti il periodo del nazifascismo e della Resistenza.Quello che più stupisce e preoccupa è, invece, il silenzio del Governo e degli altri esponenti della destra, fatta eccezione, naturalmente, per l'immancabili, ipocrita “chiarimento” da parte di chi ha pronunciato le parole sopra riportate, che certo non cancella nè diminuisce la gravità delle dichiarazioni rilasciate. O per le parole del senatore Mario Ferrara (PdL), che sulla polemica interviene criticando la 'solita retorica antifascista da parte della sinistra'; affermazione, questa, che dimostra come, per la destra, il problema della memoria storica e del riconoscimento della Resistenza sia considerato superfluo e inattuale, se non pericoloso. Pericolosa è, invece, la volontà di rimuovere una parte fondamentale della storia italiana o, tentativo ancora più subdolo e sottile, di gettare un velo di ambiguità su una valutazione del fascismo che, ormai, dovrebbe essere definitivamente consolidata, nel rispetto dei valori democratici e antifascisti della nostra Costituzione e di tutte quelle persone che, costruendo la Resistenza, si batterono per ridare libertà e dignità alla Nazione.
Esprimendo solidarietà dei confronti dell'ANPI, di tutte le associazioni partigiane e antifasciste, e della Comunità Ebraica di Roma, concludiamo con le parole di Napolitano, che incoraggia tutti a rafforzare il "comune impegno di memoria, di riflessione, di trasmissione alle nuove generazioni del prezioso retaggio della battaglia di Porta San Paolo, della difesa di Roma e della Resistenza".
Marta Sartori

lunedì 8 settembre 2008

Intervista dei Giovani Democratici a Rosi Bindi

Intervista dei Giovani Democratici all'on.Rosi Bindi

durante la festa Democratica di Padova (6/09/08)

Intervista dei Giovani Democratici a Cesare Damiano

Intervista a Cesare Damiano, viceministro-ombra del Lavoro del PD

durante la festa Democratica di Padova (5/09/08)

domenica 7 settembre 2008

Impressioni di Settembre

L'argomento scuola, università e istruzione è troppo importante perchè - soprattutto da parte di noi giovani - passi in secondo piano la pericolosa operazione di smantellamento della scuola pubblica che il governo sta portando avanti ad opera della ministra della (d)istruzione Gelmini.Si è iniziato col tirare fuori dalla naftalina il grembiule (possibilmente nero!) per gli alunni di elementari e medie, passando dalle sparate di Bossi che - spalleggiato dalla ministra - offendeva gli insegnanti del Sud e inneggiava a un federalismo scolastico in salsa padana, proseguendo con l'intenzione di trasformare le università prima e le scuole superiori poi in fondazioni private, e continuando con la chiusura delle SISS (scuole di specializzazione per insegnanti di scuola superiore) e con la malsana idea - in perfetto stile ventennio - di ritornare al maestro unico alle scuole elementari... due provvedimenti, questi ultimi, che avranno l'evidente conseguenza innanzi tutto di bloccare le nuove assunzioni di personale docente giovane e motivato, svecchiando così una classe docente che è la più vecchia d'Europa, e di tagliare tantissimi posti o rimandare a data da destinarsi le immissioni in ruolo per i tantissimi precari della scuola. Tutto ciò avrà gravi ripercussioni (ma, a quanto pare, nel governo e nell'opinione pubblica ormai vige la fascistissima regola del "me ne frego!") anche sugli studenti e sulla loro preparazione, che è già abbondantemente al di sotto della media europea secondo le recenti statistiche.A questo punto mi chiedo: fino a dove vogliamo arrivare? Non possiamo stare a guardare, o quantomeno starcene zitti a guardare - visto che purtroppo la possibilità di fare una concreta opposizione in Parlamento è praticamente zero vista la maggioranza schiacciante dell'attuale governo. Credo che come Giovani Democratici dobbiamo farci promotori di un forte momento di protesta e discussione sulla scuola e l'università che vogliamo, visto che come studenti o (si spera, ma ormai sto perdendo anche l'ultima piccola speranza...) futuri insegnanti dovremmo avere piena voce a riguardo.Settembre è il mese in cui iniziano le lezioni, quindi perchè non partire subito con una manifestazione - magari in contemporanea in più città - per farci sentire e promuovere iniziative pubbliche di sensibilizzazione su questi temi che sono troppo importanti, perchè ricordiamoci che siamo noi la classe dirigente di domani?

Giulia Narduolo

mercoledì 3 settembre 2008

Pizza dei Giovani Democratici dell'Alta Padovana



Giovedì 25 settembre: PIZZA GIOVANI DEMOCRATICI dell'ALTA PADOVANA.

Vi aspettiamo giovedì 25 settembre, ore 20.30, alla pizzeria Marechiaro di Cittadella, che si trova appena fuori da porta Treviso (davanti alla scuola media Luigi Pierobon).

"WHAT, WHERE, WHEN, WHO, WHY"
"Il cambiamento può venire dal potere di molti, ma solo se i molti si uniranno insieme a formare una forza invincibile... la forza del singolo" (The power of one, regia di John G. Avildsen).

Vabbè, forse questo sembra più un incitamento stile "liberté, egalité, fraternité", mentre magari per invogliare a mangiare una pizza, in genere, basta dire che è molto buona ed eventualmente che costa poco -ed infatti vi invitiamo a mangiare una pizza che è molto buona e il prezzo è buono. L'invito avrebbe potuto concludersi così, se l'altro giorno non avessi chiacchierato con un ragazzo/uomo (25 anni, insomma), il quale sosteneva che tanto i soldi girano sempre tra i soliti ricchi, specie petrolieri, che chi ha il potere sono i soliti pochi e tanto è tutto uguale e che non si può fare niente, perché chi non ha né soldi né potere non può che fare cose a cui è obbligato, che quando privatizzeranno l'acqua non ci sarà più niente da fare etc etc.. Insomma, quell'atteggiamento un po' superficiale, un po' menefreghista, un po' fatalista che io in genere chiamo: "voglia zero di impegnarsi in prima persona e tanta voglia di lamentarsi per niente", ma che in questo caso mi ha colpito particolarmente perché lui era VERAMENTE convinto di quello che diceva: era cioè convinto che esistano persone di serie A e serie B e che questa situazione sia immutabile. E convincere i ragazzi-uomini che fai parte dei pochi che decidono oppure sei uno di quei "singoli" che non hanno un minimo di "potere personale", il cui impegno è inutile perché tanto le cose non si possono cambiare, è una di quelle imprese che la mafia è riuscita sempre a compiere e dal quale sola ha tratto vantaggio. E sappiamo bene che la mafia non è un problema solo del Sud Italia.Così, mentre a livello nazionale c'è un po' di confusione all'interno di questo Partito nuovo, fare veramente gruppo a livello locale, provinciale e regionale diventa l'unico modo per dare a questo partito davvero una "forza invincibile, formata dal potere di molti".Ho sentito parlare spesso della necessità di incontrarsi, ascoltarsi, dialogare, formarsi... Credo che quest'anno sia venuto per l'Alta Padovana il momento di fare la sua parte, iniziando magari con un po' di mozzarella e pomodoro, magari continuando con incontri di formazione comune, di incontri pubblici organizzati insieme e tutto quello che sarà necessario affinché 'sto partito/giovanile sia sì radicato nel territorio, ma soprattutto affinché diventi il mezzo grazie al quale le idee e la voglia di fare del ragazzino di Carmignano o della ragazzina di Onara diventino un ricchezza anche per chi abita a Montagnana (e viceversa, chiaramente).VI ASPETTIAMO!


Laura Frigo


P.S.: se non avete mai visto il film citato, guardatelo!"

martedì 2 settembre 2008

Herman Medrano dai Giovani Democratici del Conselvano


Ieri, Lunedì 1 Settembre i Giovani Democratici del Conselvano hanno organizzato una serata durante la fiera del paese. Il programma prevedeva l'apertura del ristorante-paninoteca (interamente gestito dal gruppo di ragazzi che lavora nella zona) e dalle 22.00 il mitico concerto di Herman Medrano.
L'evento ha avuto un successo incredibile. Il tendone del ristorante era gremito di giovani che saranno stati all'incirca 400 e si sono divertiti, hanno cantato e riso per due ore per le irriverenti ma esileranti battute del nostro cantante corregionale.
E' stata una grande serata di festa e di divertimento. Credo che questo tipo di iniziativa ci dovrebbe far riflettere sulla modalità con cui organizzare l'attività dei Giovani Democratici.
E' vero che mai come adesso sentiamo la necessità, e non solo a livello giovanile, di fare iniziative di formazione interna, di conoscere e fare informazione sui temi nazionali e, nella fattispecie, quelli che più toccano i giovani. Ma credo che, parallelamente ad iniziative di questo tipo, come dibattiti, conferenze, tavole rotonde, etc... di stampo diciamo "tradizionale", debbano essere organizzati momenti di tipo più ludico e divertente, come è stato ieri a Conselve. Credo che sedi meno formali e occasioni più di svago non possano che essere uno strumento in più per costruire dei rapporti e farci sentire più vicini ai nostri coetanei. Da una parte servono per fare gruppo fra di noi; dall'altra appunto per riuscire ad avvicinare di più i giovani che negli ultimi anni tendono ad allontanarsi sempre di più dalla politica.
Sia chiaro, mai come ora è urgente l'elaborazione di una linea e di una posizione sui temi più svariati e, specificamente inerenti alle giovani generazioni; ma credo che se non comunichiamo con i mezzi dei nostri coetanei, se non utilizziamo il linguaggio che ci accomuna, non riusciremo nell'alto obiettivo che noi Giovani Democratici ci siamo prefissati: raggiungere i giovani, rappresentarli, ascoltarli, conoscere i loro problemi e coinvolgerli.
Chiara Zampieri