sabato 27 settembre 2008

Cerimonia in onore degli internati militari (27/09/08)

Volevo ricordare che oggi presso il tempio dell'Internato Ignoto (zona Terranegra-Forcellini) a Padova, si è tenuta una cerimonia di commemorazione in onore degli "internati militari" della Seconda Guerra Mondiale. La celebrazione è stata organizzata dall'ANEI (Associazione Nazionale Ex Internati) e si è tenuta alla presenza di autorità militari, civili e istituzionali (fra gli altri, il Sindaco Flavio Zanonato, l'On. Naccarato, il portavoce del Rettore dell'Università di Padova).
La"categoria" degli "internati militari" nei lager nazisti purtroppo non è molto conosciuta e spesso è caduta nel dimenticatoio. Queste persone, fra le quali tantissimi giovani, sono state fatte prigioniere dei nazisti perchè dopo l'8 Settembre decisero di non entrare nell'esercito della Repubblica di Salò, ma di reagire, rischiare la vita ribellandosi al regime fascista e combattere per la liberazione della propria Patria. Erano tantissimi giovani come noi che hanno dato le loro vite in nome di ideali che ancora oggi, dopo sessant'anni, stentano ad affermarsi. Per questo credo che sia dovere di noi giovani darci una mossa e impegnarci per affermare e trasmettere ai nostri coetanei i principi in cui crediamo e su cui si fonda la Costituzione Italiana.
Ho avuto la possibilità di intervenire alla cerimonia in veste di Senatrice accademica e di portare la voce di noi studenti, per far sentire la nostra fondamentale presenza anche su questo tema. Di seguito riporto il mio breve intervento.
"Buongiorno a tutti, sono onorata di poter essere presente ad una simile ricorrenza, soprattutto in veste del mio ruolo di rappresentante degli studenti dell’Università di Padova, dei quali vi porto un caloroso saluto. Ringrazio dell’invito e sottolineo l’importanza di questo gesto perché credo che in occasioni come queste sia fondamentale la partecipazione dei giovani, studenti e non.
Difatti noi delle giovani generazioni non abbiamo vissuto quel triste periodo che ha segnato l’Italia fascista e la Seconda Guerra Mondiale. Non abbiamo lottato nella guerra partigiana per la liberazione del nostro paese e per l’affermazione della democrazia, ma credo che sia prima di tutto nostro il dovere di ricordare, di tenere viva la memoria di quella lotta e delle tante persone che hanno dato la vita credendo nei propri ideali e che ci hanno lasciato in eredità un paese veramente libero e democratico.
Il dovere di ricordare, soprattutto vittime che purtroppo sono state quasi dimenticate o su cui si è dimostrato un minor interessamento, come gli internati militari, è un monito che sentiamo forte dentro di noi.
Oggi la nostra “lotta” è non violenta, protesa allo studio e all’impegno e prende le forme del dibattito libero, della libera scelta dei propri rappresentanti, della possibilità di poter incidere sulla scelte, di vivere in una Democrazia compiuta. Ogni luogo di vita delle persone, soprattutto delle giovani generazioni, è essenziale per far vivere quegli ideali di libertà e democrazia che ispirarono i partigiani di allora. Sono luoghi le scuole e le università, dove è necessario diffondere una cultura basata sui valori dell’antifascismo e della legalità per prevenire quelle derive di cui purtroppo ancora oggi sentiamo notizia nel nostro paese. Violenze a scuola, svastiche negli stadi, manifestazioni neofasciste e quant’altro.
L’università di Padova già all’epoca si distinse per diverse personalità che non accettarono di subire passivamente il regime, ma sentirono la responsabilità ed il dovere di svegliare le coscienza dei tanti studenti e di spronarli a reagire. Mi riferisco in particolar modo alla figura di Concetto Marchesi che nel suo famoso appello agli studenti riuscì ad infondere loro un impegno ed un coraggio per cui molti di essi misero in gioco la loro vita in un percorso senza cui l’Italia non sarebbe quella che è oggi.
Questa pagina di storia ha lasciato al nostro Ateneo il difficile compito di essere all’altezza del patrimonio che essa rappresenta. Per esserlo l’Università di Padova deve proseguire , nel suo lavoro di formazione di menti libere e nella ricerca di nuove conoscenze, in modo indipendente da qualunque tipo di ingerenza.
E noi studenti ci impegniamo ogni giorno in questo senso, per cercare di diffondere tra i nostri coetanei la cultura dell’antifascismo, del rispetto delle diversità e della tolleranza. Lottare oggi per la Resistenza ha ancora un senso molto forte. Significa lottare contro l’indifferenza e promuovere lo studio ed il diritto allo studio, soprattutto per i ragazzi che vengono da situazioni sociali più disagiate, in nome di quegli ideali che circa sessant’anni fa spinsero tante persone, fra cui moltissimi giovani, a rifiutare di sottostare ad un regime dittatoriale, oppressivo e che ha privato di ogni tipo di libertà il nostro paese."

Chiara Zampieri-senatrice accademica

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao raga, mi potete dare un informazione molto importante??? per fare volantinaggio in centro, senza nessun tipo di banchetto, servono autorizzazioni di qualche tipo??? se si bisogna farle in questura?
ciao e grazie
TEGA

Chiara ha detto...

no, tranquillo..se sei, per così dire, "ambulante" non servono permessi...se invece occupi suolo pubblico con un banchetto o altro sì! ciao caro!